L’etica si può dire in molti modi, ma in questa sezione vogliamo soffermarci sull’etica clinica, intesa come l’etica applicata nella quotidianità. Sandro Spinsanti, esperto di etica medica e di bioetica, la definisce come un esercizio particolare della razionalità umana: quella che deve essere esercitata nel contesto di un sapere incerto e deve tener conto contemporaneamente della norma e delle eccezioni, dei principi e delle circostanze.
Questo è ciò che vorremmo provare a portare in questo spazio, pensato per stimolare una discussione attraverso la condivisione di questioni e dilemmi nell’ambito della disabilità.
Ma cosa intendiamo per dilemma etico?
Il termine dilemma, derivante dalle parole greche “di” (due) e “lemma” (premessa), indica una situazione in cui una persona è posta di fronte a una scelta tra due opzioni, che non sono conciliabili o passibili di compromesso. Possiamo, quindi, definire il dilemma come una premessa doppia, che indica ragionamenti insolubili che partono dall’assunzione di principi concorrenti.
I dilemmi sono importanti nell’analisi filosofica perché mettono in luce le tensioni tra principi, valori o obblighi concorrenti e spesso portano a domande significative sulle decisioni morali, epistemologiche o politiche.
Quando siamo dinanzi ad un’aporia, quindi quando le premesse sono inconciliabili non è possibile trovare la cosiddetta via di mezzo, ma si può solo compiere una scelta dove è necessario sacrificare qualcosa. È, dunque, necessario gerarchizzare le argomentazioni, le posizioni e i principi, che non hanno mai un valore in senso assoluto.
Un esempio di dilemma etico apparso alle ribalte della cronaca nel novembre del 2023 è il caso della neonata Indi Gregory affetta da una malattia mitocondriale non suscettibile di terapia per la quale la Corte inglese aveva stabilito la sospensione delle cure. La posizione e l’argomentazione assunta dai medici e dalla corte inglese nel considerare il proseguimento delle cure non nell’interesse della bambina non poteva trovare una soluzione di compromesso con la posizione dei genitori che volevano che si continuassero a vicariare le funzioni vitali di loro figlia.
Il dibattito scatenato lo scorso anno era stato anticipato dalle vicende di Archie Battersbee e Alfie Evans accomunate dal disaccordo sulla scelta di mantenere il supporto vitale verso la cessazione di una cura considerata futile e le cui posizioni erano rappresentate dai genitori e dai medici e dalle autorità giudiziarie.
In ogni numero della newsletter vi presenteremo un dilemma etico che non avrà necessariamente un profilo drammatico come la situazione appena citata o come quelle presenti nella nostra memoria pubblica, ma che potrà sollevare questioni di etica del quotidiano. Il nostro auspicio è promuovere e incentivare la discussione, non come presa di posizione ideologica, ma come la possibilità di trovare buone ragioni.
Federica Merlo, Educatrice e Collaboratrice scientifica presso la Fondazione Sasso Corbaro