La dignità è insita nell’essere umano e come tale è indipendente sia da eventuali fragilità di carattere fisico, mentale o psichico di una persona, sia da un contesto specifico. In tal senso la dignità deve essere rispettata in modo incondizionato, anche se nelle situazioni di debolezza o di difficoltà il rischio che ciò non accada è particolarmente elevato.
I principi e i valori come la libertà, l’autonomia, il diritto a prendere decisioni, l’accesso ai servizi sanitari e sociali, la possibilità di rifiutare i trattamenti, la tutela della salute e dell’integrità personale, quando analizzati con riferimento alla disabilità, presentano peculiarità che possono rendere arduo il loro rispetto e la loro applicazione a partire da definizioni generali.
In cosa consistono, per esempio, i principi di libertà e di autonomia di una persona che non ha mai posseduto la capacità di discernimento? Com’è possibile rispettare il diritto all’integrità fisica, psicologica e morale di qualcuno che non è in grado di esprimere la propria volontà? Com’è possibile prendere decisioni che rispettino l’interesse oggettivo di persone che non sono mai state capaci di esprimere i propri interessi? Esiste una definizione “universale” d’interesse oggettivo?
Queste realtà esemplificano come valori, diritti e principi – il cuore della riflessione etica – per essere resi effettivi, vanno riferiti a casi e situazioni concrete.
Occuparsi di disabilità, infatti, richiede di uscire da schemi tradizionali di analisi e risoluzione dei problemi basati sulle diadi salute/malattia, sintomo/cura, patologie acute/croniche, che caratterizzano le riflessioni e i modelli generalmente applicati nella medicina somatica e nelle istituzioni sanitarie per pazienti acuti o stazionari.
Non è possibile, quindi, utilizzare un approccio funzionale, bensì si può considerare un percorso da esaminare rispetto alle attese cliniche dei soggetti e dei loro famigliari: sguardi differenti creano diritti diversi.
Alcuni temi etici rivestono particolare importanza per la frequenza con cui si manifestano e per l’impatto che hanno sulla qualità della presa a carico, sul benessere delle persone assistite e sul vissuto del personale curante.
È attraverso questa chiave di lettura che ritieniamo la formazione in etica un presupposto essenziale per prendere decisioni ben fondate e instaurare rapporti di fiducia con i colleghi, gli utenti e i loro familiari.
La Commissione di etica per la disabilità desidera, infatti, promuovere e offrire percorsi di formazione che possano fornire agli operatori la possibilità di vedere le situazioni affrontate nella quotidianità con lenti diverse e che possano supportare e incrementare il dialogo volto a prendere decisioni ponderate e argomentate attraverso il contributo di prospettive diverse.
Per ulteriori informazioni o per richiedere un momento formativo individuale o per la vostra équipe, vi invitiamo a scrivere a: info@comed-ti.ch
Federica Merlo, Educatrice e Collaboratrice scientifica presso la Fondazione Sasso Corbaro