Con l’inizio del nuovo anno scolastico, lunedì 2 settembre 2024, ha aperto a Bellinzona un nuovo Centro per bambini e bambine, ragazzi e ragazze con disabilità. La Fondazione OTAF ha assunto la gestione della struttura che completerà in maniera significativa, con un’offerta diurna e notturna, la presa a carico di allieve e allievi con importanti bisogni educativi particolari nel Sopraceneri. L’inaugurazione ufficiale del Centro alla presenza delle autorità è prevista nella primavera del 2025.
Lo scorso 2 settembre, 19 allievi hanno iniziato una nuova scolarizzazione nel nuovo Centro per minorenni della Fondazione OTAF a Bellinzona, mentre nel 2025 verranno gradualmente occupati gli altri 5 posti rimanenti. Il foyer Casa Al Faggio, invece, ha aperto i battenti lo scorso 16 settembre accogliendo i primi 3 bambini.
Il nuovo centro è ubicato nel quartiere Parc-en-Ciel in Via Ghiringhelli a Bellinzona, di proprietà dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (IPCT), un quartiere multigenerazionale orientato alla sostenibilità, alla mobilità lenta e alla biodiversità con un vasto parco urbano, che ospiterà anche un asilo nido e 38 appartamenti in locazione.
Per conoscere la genesi di questo progetto e le sue finalità abbiamo dato la parola al direttore dell’OTAF, Roberto Roncoroni, alla capo settore minorenni, Simona Malacrida, alla responsabile della scuola Paola Di Domenico, ed alla responsabile del foyer Casa Al Faggio, Alessia Bernasconi.
(Roberto Roncoroni) Quali sono state le sfide che avete dovuto affrontare per arrivare pronti al giorno dell’apertura?
Il 22 marzo 2024 abbiamo tenuto la prima riunione con le future responsabili del nuovo Centro ed avevamo un’unica certezza: essere pronti ad accogliere bambini e ragazzi con l’inizio del nuovo anno scolastico, lunedì 2 settembre.
Sono stati mesi molto intensi, durante i quali abbiamo dovuto imparare a conoscere in un breve lasso di tempo le esigenze dei nuovi allievi per poter arrivare a formare i quattro gruppi sulla base dei loro bisogni, delle loro capacità e delle informazioni raccolte dai precedenti docenti.
Dopo la presentazione del progetto da parte della Sezione della pedagogia speciale a tutte le famiglie coinvolte, sono seguite le visite da parte delle due responsabili nelle varie scuole per conoscere gli alunni, e quindi gli incontri con le famiglie. Parallelamente, abbiamo dovuto comporre la nuova équipe, procedendo all’assunzione di 13 nuove collaboratrici – educatrici, pedagogiste, OSA, vegliatrici, terapiste e un’infermiera pediatrica – con l’esperienza e la formazione idonee ad accogliere il tipo di utenza inserito nelle nostre classi e nel reparto abitativo, a cui si sono aggiunte altre 10 collaboratrici già attive nelle classi e nel foyer di Sorengo, per garantire una continuità nella nostra visione di presa a carico.
Successivamente, sono state organizzate delle giornate di preparazione con la nuova équipe per favorire la conoscenza reciproca, cementare lo spirito di squadra e arredare i nuovi spazi. Stiamo parlando di spazi che ci sono stati consegnati completamente vuoti, per cui abbiamo dovuto acquistare l’arredamento, tutto il materiale per le attività e le attrezzature necessarie, potendo contare in questo senso sul prezioso aiuto del personale del nostro servizio tecnico, che ha realizzato su misura parte del mobilio, adattato alle nostre reali esigenze.
(Simona Malacrida) A livello di servizi, qual è il valore aggiunto di questo nuovo centro?
Ne possiamo elencare diversi. A livello di logistica, il fatto di essere inseriti in un quartiere che offre molti servizi e che si trova a pochi passi dal centro permette lo svolgimento di diverse attività all’aria aperta, realizzando una vera inclusione. Per ciò che riguarda i locali interni, la suddivisione in spazi piccoli permette lo svolgimento di diverse attività in maniera ottimale e adeguata ai bisogni degli allievi.
Per le famiglie interessate alla soluzione abitativa di Casa Al Faggio, la possibilità di un’accoglienza anche residenziale dei propri figli è sicuramente un ulteriore punto a favore.
Dal lato organizzativo, invece, è importante rimarcare l’offerta di un orario continuato, che comprende anche il pasto terapeutico, un calendario delle aperture più esteso di quello scolastico che prevede solamente sei settimane di chiusura all’anno, e la possibilità di usufruire delle terapie prescritte di fisioterapia, ergoterapia, logopedia e low vision all’interno dell’orario scolastico.
(Alessia Bernasconi) Qual è invece il valore aggiunto di avere un foyer annesso al centro scolastico e terapeutico?
I tre bambini che accogliamo attualmente nel foyer frequentano anche le classi del Centro, per cui la nuova casa dell’OTAF rappresenta un ulteriore elemento di continuità nella presa a carico, dove il personale si occupa del progetto di vita della persona accolta in condivisione sia con la rete di professionisti che con la famiglia. In pratica, continuiamo nel lavoro educativo per sviluppare le autonomie legate all’igiene e alla cura di sé, alla condivisione degli spazi, all’apprendimento di mansioni tipicamente domestiche come rifare il letto, aiutare in cucina…
La villa ottocentesca in stile “liberty” ha degli interni molto accoglienti che rievocano l’immagine del focolare domestico e c’è anche un giardino con pergolato che, specialmente durante l’estate, potrà essere utilizzato per pranzi all’aria aperta.
Il foyer si situa nel cuore di Bellinzona a pochi passi dal centro e questa ubicazione favorisce il fatto di vivere il territorio e organizzare nel weekend delle attività senza spostamenti particolari, insomma di vivere e di assaporare appieno la vita della città.
Una delle preoccupazioni che spesso emerge nei contatti con la famiglia, è che l’inserimento in un foyer del proprio figlio o della propria figlia possa rappresentare una scelta definitiva e senza ritorno. Non è così. Noi offriamo la possibilità di costruire e di concordare con le famiglie la frequenza adatta sulla base delle loro necessità. Ad esempio, possiamo offrire accoglienza anche per soggiorni di uno o due notti a settimana, piuttosto che sul weekend o magari combinando le due soluzioni.
(Paola Di Domenico) Quali sono invece le specificità della presa a carico scolastica?
Dal 2 settembre, le porte del nuovo centro si sono aperte per diciannove bambini e ragazzi, dai 4 ai 15 anni, che frequentano le quattro classi di scuola (classe matite, classe temperini, classe pennarelli e classe gessetti).
Nelle prime settimane lo sguardo delle équipe ha posto grande attenzione sulla conoscenza di ogni alunno, sull’organizzare al meglio l’accompagnamento in ogni suo aspetto e sul creare le relazioni.
Durante le ore a scuola c’è spazio per apprendere, giocare, vivere esperienze, conoscere, entrare in relazione, fare movimento, stupirsi, vivere il territorio e lo spazio esterno, e tanto altro.
Per ogni allievo seguiamo il suo progetto individualizzato (PI). Ogni PI è sviluppato partendo da una valutazione iniziale e presenta obiettivi specifici che si cerca di raggiungere con attività di gruppo o individuali. La giornata si svolge con un programma ben definito e presenta una routine chiara.
Per fare questo abbiamo la fortuna di avere nello stesso centro tante figure professionali che in collaborazione tra loro assicurano un approccio olistico. Le competenze di ognuno sono a servizio di ogni aspetto importante, favorendo uno sguardo globale e completo. In questo senso l’interazione quotidiana con i colleghi del foyer, con la collega infermiera, con il settore terapie e con il supervisore educativo, Veronica Mantegazza, sono un valore aggiunto.
Sin dai primi giorni la risposta dei bimbi/ragazzi delle quattro classi è stata molto soddisfacente. All’arrivo al mattino, scendendo dai pulmini, hanno da subito regalato sorrisi e hanno dimostrato di riconoscere presto spazi, routine e attività durante tutto l’arco della giornata.
Il nuovo centro a Bellinzona non ha ancora un nome, anche se è vero che il nome che raccoglie maggiori consensi è Centro Al Sole.
Giuseppe Mimmo. Referente della comunicazione e contabile presso Fondazione OTAF.