L’articolo 25 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dalla Svizzera nel 2014 sancisce il diritto delle persone con disabilità a “godere del più alto standard conseguibile di salute, senza discriminazioni sulla base della disabilità”. Per garantire che le persone con disabilità ricevano le stesse cure offerte alla popolazione generale, è necessario, infatti, adottare misure specifiche.
L’ambito della disabilità è talmente eterogeneo e vasto da richiedere di specificare con cura a quali individui, in quali circostanze personali e ambientali, siano applicabili principi e diritti, e con quale estensione. In cosa consistono, per esempio, i principi di libertà e di autonomia delle persone che non hanno mai posseduto la capacità di discernimento? Com’è possibile rispettare il diritto all’integrità fisica, psicologica e morale di persone che non sono in grado di esprimere la propria volontà? Com’è possibile prendere decisioni che rispettino l’interesse oggettivo di persone che non sono mai state capaci di esprimere i propri interessi? Esiste una definizione “universale” d’interesse oggettivo?
Il campo della disabilità esemplifica come valori, diritti e principi – il cuore della riflessione etica – per essere resi effettivi, vanno riferiti a casi e situazioni concrete.
Proprio per questa complessità clinica, etica e politica, l’Accademia Svizzera delle Scienze mediche, nella direttiva “Trattamento medico delle persone con disabilità”, sottolinea ancora una volta come il diritto all’assistenza medica immediata in caso di malattie o lesioni acute mediante una diagnosi adeguata e una terapia efficace vale per tutti gli individui, a prescindere dal tipo e dal grado di disabilità. Alcuni aspetti particolari specifici di determinate disabilità possono complicare le fasi di anamnesi, esame obiettivo, interpretazione degli esiti nonché scelta e applicazione della migliore terapia.
Va altresì tenuto conto delle specifiche esigenze di assistenza affinché il grado di autonomia rimanga inalterato.
Il gruppo di lavoro ad hoc “Accoglienza e presa in carico di persone adulte con disabilità in ambito ospedaliero” composto da rappresentanti dell’Ufficio degli invalidi del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), degli enti del Settore della disabilità (LISPI), di Atgabbes, di Pro Infirmis e di ARES ha avviato un’importante riflessione sul tema dei ricoveri di persone con disabilità intellettiva, disturbi dello spettro autistico e polyhandicap. L’obiettivo è promuovere buone pratiche che possano essere applicate negli ospedali acuti dell’EOC di tutto il territorio cantonale. In quest’ottica la comunicazione e la collaborazione con la rete a favore della persona facilitano una presa in carico personalizzata, equilibrata e attenta del singolo prima, durante e dopo il ricovero, con particolare attenzione alla fase della dimissione. Quest’ultima è cruciale per consolidare i benefici ottenuti durante il ricovero e preparare adeguatamente il ritorno a domicilio o in struttura.
La politica di accoglienza scaturita, frutto di un lavoro condiviso, stabilisce obiettivi, formula raccomandazioni di carattere generale e definisce le procedure operative ordinaria (pianificabile) e d’urgenza (pronto soccorso).
Christian Grassi. Licenziato in scienze economiche e sociali presso l’Università di Friborgo nel 2000, a Capo dell’Ufficio degli invalidi del Canton Ticino.